30.6.2024

CONDIVISIONE DEL PARROCO

Carissimi, scrivo questa condivisione per raccontarvi una giornata memorabile... Mercoledì 26 scorso credevo di aver dato corpo al 30mo anniversario della mia ordinazione sacerdotale con una mattinata dedicata ai malati e il pomeriggio ai bambini del Grest. E invece, il meglio doveva ancora venire, perché nella S. Messa serale ho ritrovato la chiesa piena di fratelli e sorelle della comunità e tanti familiari e amici, anche da Ladispoli. È stata veramente una SORPRESA inaspettata che mi ha commosso profondamente. Insieme abbiamo ringraziato Dio che ci chiama ad essere costruttori del suo Regno di pace, di amore e di fraternità.

Per questi motivi desidero concludere la sequenza del nostro foglio domenicale durante l’anno pastorale, prima della pausa estiva, con un inno alla vita. Un inno che scaturisce anzitutto dall'esperienza della fragilità umana. Essa mi è parsa evidente portando la consolazione dei sacramenti ad un uomo di 55 anni al policlinico Gemelli, che è stato sottoposto all’asportazione di una massa tumorale al cervello, e ad una donna di 102 anni: situazioni che portano a riflettere sul senso del limite e del destino umano... Un po’ come dice il salmista: “O Signore… che cos’è l’uomo perché te ne ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prendi cura? Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (cfr Sal 8, 5-6). 

Perciò, l’essere umano, pur essendo fatto di polvere, è straordinariamente GRANDE perché amato. Soprattutto amato da Dio che lo ha voluto figlio suo di adozione. In effetti è proprio l’AMORE che rende perennemente belli e immortali. È l’amore che permette alla vita di affermarsi su ciò che la mortifica e sulla morte stessa.

Pertanto, un inno alla vita non può che essere inno all’amore, perché senza questo, quella non esiste o si rattrappisce. Scrivo questo proprio quando ci approssimiamo a vivere la quarta e l’ultima settimana del GREST 2024. Un’esperienza faticosa ma bella, nella quale è evidente come i bambini siano trasparenza della loro famiglia. Essi, senza filtri mostrano quanti danni possono provocare la trascuratezza e la mancanza di cura da parte degli adulti, ma anche le forzature “montate” delle realtà personali o sociali. Ferite alla loro personalità che si manifestano anzitutto attraverso l’avversione alle regole e l’aggressività. Ma, come scriveva Madre Teresa di Calcutta: “L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: non importa, amalo”. Allora, un grazie a tutti gli animatori ed educatori che, nonostante le difficoltà, hanno fatto del GREST un inno alla vita, perché si sono donati e dedicati ai piccoli con amore e per amore.

E l'amore può essere anche la chiave di lettura della serata: una comunità che si è ritrovata per la preghiera e la festa. Senza l'amore e l'attenzione all'altro entrambe sarebbero insopportabili e vuote.

Buona estate!                            Don Giuseppe