19.5.2024

“La bellezza salverà il mondo”, diceva lo scrittore Fëdor Dostoevskij (+1881). E a me piace pensare alla bellezza come l’azione più luminosa dello Spirito Santo nella storia dell’umanità. È lui che ispira gli artisti, noti e meno noti, o addirittura anonimi, a realizzare le loro opere. Esse rimangono come segni concreti della “Via della bellezza” che il dito di Dio realizza attraverso di essi. A tal punto che una volta compiuta l’opera d’arte, essa non appartiene più all’artista ma entra far parte del patrimonio mondiale, diventando espressione delle capacità umane e richiamo sommo alla bellezza di Dio, ispiratore e primo autore di ogni bellezza.

Ecco come scriveva nel 2006 il Pontificio Consiglio della Cultura: “La Via della bellezza, a partire dall’esperienza semplicissima dell’incontro con la bellezza che suscita stupore, può aprire la strada della ricerca di Dio e disporre il cuore e la mente all’incontro col Cristo, Bellezza della Santità Incarnata offerta da Dio agli uomini per la loro Salvezza. Essa invita i nuovi Agostino del nostro tempo, cercatori insaziabili d’amore, di verità e di bellezza, ad elevarsi dalla bellezza sensibile alla Bellezza eterna e a scoprire con fervore il Dio Santo Artefice di ogni bellezza.”

Così, partendo dalla bellezza della Creazione (dove lo Spirito interviene come divino Architetto) passando a quella delle Arti (in cui lo Spirito illumina il genio degli artisti) per arrivare alla bellezza della Liturgia (dove lo Spirito Santo ne è l’anima vivificante che rende efficace l’azione sacramentale), essa, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, parla di Cristo, ripresentandone lo splendore del volto. Scrivo queste cose con ancora negli occhi l’incanto dei mosaici arabo-normanni del palermitano, essi, in una due giorni di meraviglia, ci hanno permesso di contemplare il volto luminoso del “Cristo pantocratore” (= l’Onnipotente Signore del mondo).

Siamo passati, per dirla col lessico del popolo siciliano, da “U Padreterno di Monreale” a “U Salvaturi di Cefalù”, con una piena immersione nei volti luminosi di Gesù mosaicati sulle pareti della Cappella palatina del Palazzo dei normanni a Palermo. In questo splendore dorato abbiamo celebrato l’Eucaristia. È stato emozionante sentirsi sotto lo sguardo misericordioso del Signore, ivi rappresentato, sia nel catino absidale che nella parete frontale, in corrispondenza del trono di Ruggero II d’Altavilla (+1154), primo re di Sicilia.

Due giorni carichi di tanta arte fortemente simbolica: da capire nel suo percorso teologico ma, soprattutto, capace di toccare il cuore e commuovere per il rimando continuo alle realtà del Cielo.

Buona Domenica.                                                 

Don Giuseppe