13 novembre 2022 - Ricordo della visione di S. Ignazio

«Perché Ignazio vedeva la croce? Perché nella croce aveva scoperto il senso della vita», così nell'omelia il vescovo Gianrico Ruzza ha centrato tutta la liturgia celebrata alla Storta questa mattina per la Festa della Visione del santo di Loyola.

Bambini e adulti in abiti storici, realizzati da Teresa Capocasale, hanno sfilato dalla cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria alla cappella dove Ignazio sostò nel 1537 mentre raggiungeva Roma percorrendo via Francigena. Qui vide Gesù chiamarlo al servizio della Trinità.

Davanti al piccolo tempio e alla statua del santo, il parroco don Giuseppe Colaci, don Andrea Brutto, direttore della casa Balthazar a La Giustiniana, altri sacerdoti e i molti presenti, tra i quali il presidente del XV municipio di Roma Daniele Torquati, hanno ascoltato la memoria di quel momento essenziale per la nascita della Compagnia di Gesù.

Il corteo ha salito poi la via del Cenacolo per la celebrazione nella chiesa madre della diocesi. La liturgia della parola, dal profeta Malachia passando per il Salmo 97 e per la seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi, ha dipinto nel vangelo di Luca l'immagine della fine dei tempi.

Con un linguaggio apocalittico Gesù ci dice di «prepararci a rendere ragione di tutto. La bellezza e la gloria umana non contano nulla», ha sottolineato il vescovo. Parlare di eternità e fuori modo oggi, e anche tra i fedeli non c'è molto consapevolezza della Risurrezione.

 

L'adesione alla Parola di Dio sostiene nel tenere vivo e presente il centro della fede, la vita eterna aperta da Cristo come ci ha testimoniato «Sant'Ignazio che ha sempre avuto al centro del suo cuore Gesù»